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Equa riparazione e giudizio di Cassazione, si pronuncia la Corte costituzionale

13 Luglio 2023 by Redazione Lascia un commento

Palazzo della Consulta

La Corte d’appello di Firenze, sezione quarta civile, aveva sollevato questioni di legittimità costituzionale dell’art. 1-ter, comma 6, della legge n. 89 del 2001, nella parte in cui subordina il riconoscimento del diritto ad una equa riparazione, in favore di chi abbia subito un danno patrimoniale o non patrimoniale a causa dell’irragionevole durata di un processo, all’esperimento del rimedio preventivo consistente nel deposito, nei giudizi davanti alla Corte di cassazione, di un’istanza di accelerazione almeno due mesi prima che sia trascorso il termine di cui all’art. 2, comma 2-bis, della medesima legge.

Con la sentenza n. 142 depositata il 13 luglio 2023, la Corte costituzionale ha giudicato non conforme ai parametri costituzionali evocati (artt. 111, secondo comma, e 117, primo comma, Cost., quest’ultimo in relazione agli artt. 6, paragrafo 1, e 13 CEDU) la previsione secondo la quale l’omesso deposito dell’istanza condiziona la stessa ammissibilità della domanda di equa riparazione.

La mancata presentazione di tale istanza – ha ritenuto la Corte – può eventualmente assumere rilievo (come indice di sopravvenuta carenza o non serietà dell’interesse al processo del richiedente) ai fini della determinazione del quantum dell’indennizzo ex lege n. 89 del 2001, ma non quale condizione di ammissibilità della domanda stessa.

archiviato in: civile etichette: corte costituzionale, equa riparazione, legge Pinto

Equa riparazione, ancora una pronuncia della Corte costituzionale

30 Luglio 2021 by Redazione Lascia un commento

Palazzo della Consulta

E’ costituzionalmente illegittimo l’art. 2, comma 1, in relazione agli artt. 1-ter, comma 2, e 6, comma 2-bis, della legge n. 89 del 2001, nel testo risultante dalle modifiche apportate dall’art. 1, comma 777, lettere a), b) e m), della legge n. 208 del 2015, «nella parte in cui, con riferimento ai processi penali la cui durata al 31 ottobre 2016 non ecceda i termini ragionevoli previsti dall’art. 2, comma 2-bis, e a quelli non ancora assunti in decisione alla stessa data, sancisce l’inammissibilità della domanda di equa riparazione proposta dal soggetto che non ha esperito il rimedio preventivo consistente nel depositare, personalmente o a mezzo di procuratore speciale, un’istanza di accelerazione almeno sei mesi prima che siano trascorsi i detti termini».

Il deposito dell’istanza di accelerazione nel processo penale – si legge nella motivazione della sentenza n. 175 del 30 luglio 2021 – pur presentato come diritto alla stregua dell’art. 1-bis, comma 1, della legge n. 89 del 2001, opera, piuttosto, come un onere, visto che il mancato adempimento, in base al comma 1 del successivo art. 2, comporta l’inammissibilità della domanda di equa riparazione. Tuttavia, la presentazione dell’istanza, che pur deve intervenire almeno sei mesi prima che siano trascorsi i termini ragionevoli fissati per ciascun grado dall’art. 2, comma 2-bis, della legge n. 89 del 2001, non offre alcuna garanzia di contrazione dei tempi processuali, non innesta un modello procedimentale alternativo e non costituisce perciò uno strumento a disposizione della parte interessata per prevenire l’ulteriore protrarsi del processo, né implica una priorità nella trattazione del giudizio, come chiarisce il comma 7 dell’art. 1-ter della stessa legge, in base al quale restano fermi, nella formazione dei ruoli di udienza e nella trattazione dei processi, i criteri dettati dall’art. 132-bis del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271 (Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale).

In tal senso, l’istanza di accelerazione prevista dalle norme censurate, quale facoltà dell’imputato e delle altre parti del processo penale, non rivela efficacia effettivamente acceleratoria del giudizio, atteso che questo, pur a fronte dell’adempimento dell’onere di deposito, può comunque proseguire e protrarsi oltre il termine di ragionevole durata, senza che la violazione dello stesso possa addebitarsi ad esclusiva responsabilità della parte. La mancata presentazione dell’istanza di accelerazione nel processo penale può eventualmente assumere rilievo ai fini della determinazione della misura dell’indennizzo ex lege n. 89 del 2001, ma non deve condizionare la proponibilità della correlativa domanda.

archiviato in: civile etichette: corte costituzionale, equa riparazione, legge Pinto, processo penale

Ricostruzione post terremoto, l’intervento della Consulta

2 Dicembre 2019 by Redazione Lascia un commento

macerie terremoto

La ricostruzione dei territori colpiti da terremoto rientra nelle materie della “protezione civile” e del “governo del territorio”, che appartengono alla competenza legislativa concorrente dello Stato e delle Regioni. Perciò lo Stato, nel regolare tale ricostruzione, non può prescindere dalla preventiva intesa con i Presidenti delle Regioni interessate ed è costituzionalmente illegittima la norma che invece dell’intesa richiede un semplice parere.

[Leggi di più…]

archiviato in: amministrativo etichette: corte costituzionale, ricostruzione, terremoto

Depositata la sentenza sull’aiuto al suicidio

22 Novembre 2019 by Redazione Lascia un commento

Palazzo della Consulta

L’esigenza di garantire la legalità costituzionale deve prevalere su quella di lasciare spazio alla discrezionalità del legislatore. E se la dichiarazione di incostituzionalità rischia di creare vuoti di disciplina che mettono in pericolo diritti fondamentali, la Corte costituzionale deve preoccuparsi di evitarli, ricavando dal sistema vigente i criteri di riempimento, in attesa dell’intervento del Parlamento. È quanto si legge nella sentenza n. 242 depositata oggi (relatore Franco Modugno) con cui la Corte costituzionale – decorso inutilmente il termine di circa un anno dato al Parlamento, con l’ordinanza n. 207/2018 per legiferare – spiega le motivazioni della decisione sul fine vita, anticipata con il comunicato stampa del 25 settembre 2019.

archiviato in: penale etichette: 580 c.p., Cappato, corte costituzionale, DJ Fabo, fine vita

Equa riparazione, ricorso proponibile anche in pendenza del giudizio presupposto

26 Aprile 2018 by Redazione Lascia un commento

Palazzo della Consulta

Con sentenza n. 88 depositata in data odierna, la Corte costituzionale, pronunciandosi nei giudizi di legittimità costituzionale dell’art. 4 della legge 24 marzo 2001, n. 89 (Previsione di equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del processo e modifica dell’articolo 375 del codice di procedura civile) – come sostituito dall’art. 55, comma 1, lettera d), del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83 (Misure urgenti per la crescita del Paese), convertito, con modificazioni, nella legge 7 agosto 2012, n. 134 – promossi dalla Corte di Cassazione, sesta sezione civile, con ordinanze del 2016 e 2017, ne ha dichiarato la illegittimità costituzionale nella parte in cui non prevede che la domanda di equa riparazione possa essere proposta in pendenza del procedimento presupposto.

archiviato in: civile etichette: corte costituzionale, equa riparazione, legge Pinto

Fini-Giovanardi di nuovo sotto la scure della Consulta

7 Maggio 2016 by Redazione Lascia un commento

Palazzo della Consulta

Con la sentenza n. 94 depositata il 6 maggio 2016, la Corte costituzionale ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell’art. 4-quater del d.l. n. 272 del 2005, convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della l. n. 49 del 2006, ha introdotto, esclusivamente in sede di conversione, l’art. 75-bis del d.P.R. n. 309 del 1990, che contiene una contravvenzione per l’inosservanza di misure di prevenzione nei confronti di tossicodipendenti, istituite con la medesima disposizione. [Leggi di più…]

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Legge Pinto, si pronuncia la Corte costituzionale

23 Febbraio 2016 by Redazione Lascia un commento

tribunale aula

La Corte costituzionale, con sentenza n. 36 depositata il 19 febbraio 2016, ha dichiarato fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 2, comma 2-bis, nella parte in cui determina in tre anni la ragionevole durata del procedimento regolato dalla legge n. 89 del 2001 nel primo e unico grado di merito, in riferimento all’art. 111, secondo comma, e all’art. 117, primo comma, Cost., quest’ultimo in relazione all’art. 6, paragrafo 1, della CEDU: [Leggi di più…]

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Droghe leggere, pena rideterminata alla luce della sentenza n. 32 della Corte Cost.

17 Settembre 2015 by Redazione Lascia un commento

marijuana

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione vengono investite della questione, ritenuta di particolare importanza e complessità e sulla quale si sono registrate oscillazioni giurisprudenziali, relativa alla rideterminabilità in sede di esecuzione della pena applicata su richiesta delle parti per i delitti previsti dall’art. 73 D.P.R. n. 309 del 1990 in relazione alle droghe cc.dd. leggere con pronuncia divenuta irrevocabile prima della sentenza della Corte costituzionale n. 32 del 2014 e, in caso di risposta affermativa, con quali concrete modalità. [Leggi di più…]

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Equa riparazione e indagini preliminari

24 Luglio 2015 by Gioacchino Celotti Lascia un commento

legge Pinto

La Corte costituzionale, con sentenza n. 184 depositata il 23 luglio 2015, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 2, comma 2-bis, della legge 24 marzo 2001, n. 89 (Previsione di equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del processo e modifica dell’articolo 375 del codice di procedura civile), nella parte in cui prevede che il processo penale si considera iniziato con l’assunzione della qualità di imputato, ovvero quando l’indagato ha avuto legale conoscenza della chiusura delle indagini preliminari, anziché quando l’indagato, in seguito a un atto dell’autorità giudiziaria, ha avuto conoscenza del procedimento penale a suo carico. [Leggi di più…]

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