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Danno da vacanza rovinata e reclamo del consumatore

13 Settembre 2008 by Gioacchino Celotti Lascia un commento

In materia di pacchetti turistici, l’art. 98 del Codice del Consumo (D.lgs. 6 settembre 2005, n. 106) stabilisce:

1. ogni mancanza nell’esecuzione del contratto deve essere contestata dal consumatore senza ritardo affinche’ l’organizzatore, il suo rappresentante locale o l’accompagnatore vi pongano tempestivamente rimedio;

2. il consumatore puo’ altresi’ sporgere reclamo mediante l’invio di una raccomandata, con avviso di ricevimento, all’organizzatore o al venditore, entro e non oltre dieci giorni lavorativi dalla data del rientro nel luogo di partenza.

La disposizione in esame, anche per la sua non certo felice formulazione, è stata oggetto di discordanti interpretazioni da parte dei commentatori e dei giudici di merito.

In particolare, dubbi sono stati sollevati in ordine alla natura del rimedio contemplato dal secondo comma ed alle conseguenze derivanti dall’inosservanza del termine ivi stabilito.

E così, alla opinione di chi ritiene che la mancata proposizione del reclamo (o la proposizione dello stesso oltre il termine dei dieci giorni) comporti la necessaria decadenza dal diritto di agire in giudizio per l’accertamento dell’inadempimento ed il risarcimento del danno, si contrappone la tesi, più favorevole al consumatore e, indubbiamente, più coerente con lo spirito del Codice, del carattere facoltativo del reclamo stesso (peraltro, argomentando dal tenore letterale della disposizione: può, altresì, sporgere reclamo) e della conseguente procedibilità della domanda giudiziale anche in difetto di preventiva sua proposizione (cfr., in termini, G.d.P. Castellammare di Stabia, sent. n. 98/2007 del 2-8 gennaio 2007).

Interessante, per le distinzioni che opera, una pronuncia del Tribunale di Genova (sez. VI, sent. 28 marzo – 5 aprile 2007), secondo cui l’articolo 98 Cod. Consumo regola una fattispecie del tutto diversa da quella comunemente denominata “vacanza rovinata”, caratterizzata non da una singola, specifica “mancanza” nell’esecuzione del contratto (nella specie, il ritardo nella consegna del bagaglio), ma dalla contestazione di un comportamento complessivo tradottosi nell’aver fornito un servizio turistico (la “vacanza”) rivelatosi totalmente inidoneo rispetto a quanto pattuito. L’articolo 98 porrebbe, secondo tale indirizzo, dei termini di decadenza per il solo caso di singole mancanze nell’esecuzione del contratto, mancanze che devono essere contestate o immediatamente (perché si provveda a porvi rimedio, proprio al fine di salvaguardare il bene “vacanza”) o, dopo il rientro, nelle forme e nei termini di cui al punto 2 dell’art. 98, mentre, nei casi di “vacanza rovinata” nessuna decadenza specifica (salvo l’assoggettamento agli ordinari termini di prescrizione) sarebbe posta quando il soggetto che abbia già adempiuto chieda il risarcimento per il danno derivatole dall’inadempimento della controparte ex art. 1453 c.c.

archiviato in: civile etichette: art. 98, codice del consumo, danno, reclamo, vacanza rovinata

Sottratta per errore la corrispondenza all’omonimo del fallito, le poste condannate a risarcire il danno

11 Settembre 2008 by Gioacchino Celotti Lascia un commento

Da mesi il postino non consegnava la corrispondenza al signor G.G. di Ischia, ignaro questi del fatto che nome e cognome gli stessero giocando un brutto tiro. Per disposizione del Tribunale, infatti, tutta la corrispondenza diretta ad un imprenditore fallito, suo omonimo parente, veniva trasmessa al curatore del fallimento, come previsto dalla normativa all’epoca vigente. Senza andare troppo per il sottile, l’ufficio postale addetto al recapito, pensando solo di osservare quella severa disposizione, aveva preso a dirottare anche la corrispondenza del nostro G.G., del tutto estraneo alle vicende fallimentari, perseverando nella condotta anche dopo le rimostranze del diretto interessato. Intanto, però, si era diffusa nel paese la voce che fallito fosse proprio quest’ultimo, cui non restava che far valere le proprie ragioni dinanzi all’Autorità Giudiziaria.

Con sentenza n. 198/08 del 23 maggio 2008, il Tribunale di Napoli – Sezione Distaccata di Ischia, in persona del Giudice Unico dott. Corrado D’Ambrosio, ha dichiarato “la responsabilità delle Poste Italiane S.p.A., in persona del legale rappresentante pro-tempore, e del Responsabile dell’Ufficio Postale (…), nella illecita sottrazione e/o apertura della corrispondenza indirizzata all’attore…, ed ha condannato i convenuti al risarcimento dei danni patiti dall’attore, in conseguenza della condotta illecita di cui sopra e della diffusione di false notizie sul fallimento dell’istante medesimo, mediante pagamento della somma di € 15.000,00, oltre interessi nella misura legale e rivalutazione dal giorno della domanda fino all’effettivo soddisfo”, nonché al pagamento delle spese processuali.

archiviato in: civile etichette: civile, corrispondenza, fallimento, poste italiane, risarcimento, tribunale ischia

Ricorso per cassazione e quesito di diritto

20 Marzo 2008 by Gioacchino Celotti Lascia un commento

quesiti di diritto specificazione

Se il quesito di diritto introdotto dall’art. 366 bis c.p.c. si esaurisce in una enunciazione di carattere generale ed astratto che, in quanto priva di qualunque indicazione sul tipo di controversia e sulla riconducibilità alla fattispecie, non consente di dare alcuna risposta utile a definire la causa nel senso voluto dal ricorrente, il motivo è inammissibile, non potendo il quesito essere desunto o integrato dal motivo.

Il principio è stato sancito dalle Sezione Unite della Suprema Corte con la sentenza 11 marzo 2008 n. 6420.

archiviato in: procedura civile etichette: art. 366 bis, quesito di diritto, ricorso per cassazione

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